giovedì 29 gennaio 2015

L'importanza della leggerezza

TITOLO: Emma
AUTORE: Jane Austen
EDIZIONE: Newton Compton
PAGINE: 320
VERSIONE LETTA: cartacea
VALUTAZIONE IN DECIMI: 10-

Torniamo per un po' ai classici. Classici riconosciuti da tutto il mondo. Stiamo parlando dell'800 inglese, mica di bruscolini. E stiamo per parlare di Jane Austen, mica di E.L.James.



Avete mai ascoltato il valzer di un minuto di Chopin? Io lo sto ascoltando adesso in repeat e trovo che non ci possa essere una musica più adatta per scrivere di questo romanzo.
Emma è il quarto romanzo di miss Austen ad essere pubblicato, a quattro anni da Ragione e sentimento, due da Orgoglio e pregiudizio e uno da Mansfield park e trovo che delle sue sei opere compiute e pubblicate (sette, se consideriamo Lady Susan) Emma sia quello che più si avvicina per spirito alla scrittrice. Penso che sia il romanzo che più la rappresenta.
E forse, se lo avete letto, troverete un po' strana questa mia affermazione.
Insomma, diciamocelo, Emma non è proprio la persona più simpatica sulla faccia della terra!
E' egoista, capricciosa, volubile, egocentrica. Insomma una donnetta insopportabile, sembrerebbe.

Ma cosa vi dico sempre? Non potete leggere un libro (nessun libro, anche quelli peggiori) con superficialità. Se leggete con superficialità siete spacciati, così come lo sareste in qualsiasi altro campo della vostra vita.
Quindi anche Emma merita la vostra completa attenzione e dedizione.

La protagonista indiscussa è lei, senza dubbio, domina ogni pagina, ogni scena, anche quando è assente: il fatto di essere la "signorina" del villaggio la mette sulla bocca di tutti e, poiché fondamentalmente lei ha un buon cuore, quelle bocche sono anche generose nei suoi confronti.
Emma non è una persona stupida, non è un'oca. Però, siccome è sempre stata vezzeggiata ed ha effettivamente un bel cervello, ha sempre fatto il comodo suo, ma mai (volontariamente) a scapito degli altri.
Non è cattiva, non è maligna.
E' solo un po' snob.
Si, lo so, fa ridere questa espressione. Ma è davvero questa la definizione che le calza a pennello: per fare un esempio su tutti, Harriet Smith. Ossia una giovane figlia di nessuno che lei prende sotto la sua ala protettrice. Una vera snob non l'avrebbe mai fatto. Ma ecco che fa una cosa snob, quando dice ad Harriet di troncare i suoi rapporti con la famiglia di "contadini" perché non abbastanza altolocati da poterli frequentare. Tenta invece di farla sposare con il parroco del paese, per darle comunque un'occasione in società ed ecco che proprio il parroco si rivela uno snob, ignorando la povera Harriet e facendo invece la corte alla stessa Emma, che lo rifiuta indignata per la sua amica.
Insomma, Emma Woodhouse è una signorina a modo suo gentile e generosa, ma solo se gliene salta il ghiribizzo.
Il suo caratterino viene tenuto a freno non da suo padre, che è effettivamente un debole, ma dal suo migliore amico, se vogliamo chiamarlo così (io lo chiamerei "grillo parlante" a volte, tanto è costretto a farle da coscienza!), ossia mr Knightley, ossia l'immancabile Superuomo della nostra amata miss Austen.

Se la vera protagonista è la Emma del titolo, leggendo questo piccolo gioiello, non possiamo fare a meno di notare che non è da sola...davvero non vi siete accorti del chiacchiericcio sottostante? Tutto il paese parla e straparla, il padre di Emma, persino l'integerrima signora Weston non si sottrae al pettegolezzo. E non ditemi che la signorina Bates vi sta antipatica, perché non ci credo! E' così tenera e simpatica, mentre cerca di rendersi all'altezza della situazione, non riuscendoci molto spesso, sembra un uccellino che cerca di tornare nel nido dopo che per errore si è avventurato appena pochi passi fuori. Non ci credo che non vi ha ispirato nemmeno un briciolo di benevola pietà.

Sinceramente, l'unico personaggio per cui ho veramente provato istinti omicidi è Frank Churchill. Ovviamente non perché tenta di nascondersi dietro Emma per tenere al sicuro il suo segreto, ma perché non ci si comporta così con una ragazza come Jane Fairfax, che è tutto fuorché una sciocca senza cervello. Insomma, a quell'epoca le donne non potevano parlare di certe cose, non potevano fidanzarsi, dovevano aspettare che fosse l'uomo a fare tutto ed era l'uomo che teneva il metro di comportamento adeguato. Be', mi è sembrato davvero poco serio e irrispettoso, anche nell'ottica del gioco. Uno scherzo di cattivo gusto.
Fortuna che Emma è troppo intelligente per perdere tempo con un tipo frivolo come Frank. Ma io sospetto che non si sia innamorata di lui perché inconsciamente già lo era da tempo di mr Knightley.

Quanto mi piace diventare una donnetta pettegola quando leggo questo libro! Miss Austen è davvero brava a farti entrare nel clima del paese di campagna dove tutti parlano di tutti e dove le famiglie influenti sono poche e non hanno paura di mischiarsi con quelle meno altolocate.
Quello che più mi è rimasto del romanzo è sicuramente la sua freschezza, la sua gioiosità di fondo, senza ovviamente nulla togliere alla capacità di analisi personale a cui ormai l'autrice ci ha abituati (a partire dal suo primo "cerebrale" romanzo Sense and sensibility).  E' incredibile come miss Austen riesca a usare il linguaggio in modo da farti sembrare il romanzo il racconto di un'amica che ti sta parlando seduta accanto a te mentre bevete il tè. E si tratta della tua migliore amica, che ti viene a trovare ogni giorno, di cui parlate di tutto, dai vestiti ai ragazzi, che ti sa dare consigli e te ne chiede, con cui ridere tanto e senza timore.

Fatevi un favore, leggete questo romanzo, cercate di superare l'avversione ai pettegolezzi di paese (se ne avete) e divertitevi seguendo le avventure di Emma "bella, intelligente e ricca" e di tutto il suo vicinato. Non ve ne pentirete e di sicuro passerete qualche ora spensierata!

Anarchic Rain

Nessun commento:

Posta un commento