domenica 29 marzo 2015

Humor nero inglese: istruzioni per l'uso

TITOLO: Due storie sporche
AUTORE: Alan Bennett
EDIZIONE: Adelphi
PAGINE: 134
VERSIONE LETTA: cartacea 
VALUTAZIONE IN DECIMI: 8

Questo scrittore lo conosco poco, oltre questi due racconti brevi, ho letto solo Nudi e crudi, ma vi assicuro che è un'esperienza ironica e intelligente.
Passerete un paio d'ore ridacchiando.

Il libro, molto piccolo, è composto da due storie: la prima vede come protagonista una signora di circa cinquant'anni, vedova, che per arrotondare la pensione fa la finta paziente nelle prove pratiche degli studenti di medicina all'ospedale. Inoltre, sempre per arrotondare, decide di affittare una delle camere vuote a degli studenti.
Il bello arriva quando, non potendo pagare l'affitto, i suddetti studenti le propongono di "guardarli" mentre fanno sesso, considerandolo un "pagamento in natura".

La seconda storia parla di una famiglia un po' ipocrita, in cui il bellissimo figlio gay si sposa con una ragazza bruttina che alla madre di lui non piace affatto. Ma la sorpresa è che la ragazza non è affatto stupida e sprovveduta, ma comincia a manovrare senza farlo sapere a nessuno la vita del marito. E anche a farsi suo padre, se proprio la vogliamo dir tutta, da cui avrà due gemelli.

Insomma, in breve, le due storie sono queste, ma sono raccontate con un'ironia così azzeccata da rendere bello ciò che in mano ad altri sarebbe potuto diventare banale. O anche noioso.
Mentre scorriamo le parole, sembra che tutto sia perfettamente logico, che niente poteva esser diverso da come viene narrato e alla fine siamo soddisfatti di tutto.
Siamo felici che la signora del primo racconto ha potuto infine "toccare con mano" quello che finora aveva solo guardato dallo sgabello della sua camera da letto. In un certo senso se lo merita. Ed è bello sentirla finalmente ridere rilassata con l'amica mentre le racconta di quelle serate.
Inoltre, è davvero esaltante vedere la bruttina Betty dare scacco matto a quel vanitoso di suo marito nonché (soprattutto) a quella vipera di sua suocera, portandosi a letto il suocero (persona che sembra sullo sfondo ma che ha molta più vitalità di quanto non sembri). Per non parlare di come salva il viziato marito dal ricattatore: una mossa astuta e degna di lei.

Perché leggere questo libro? Innanzitutto, è breve, quindi anche se non dovesse piacervi al massimo avrete perso un paio d'ore o forse meno.
E poi perché a nessuno dispiace in fondo lo humor nero inglese: di per sé è una garanzia.
Un libro che ti graffia pur non lasciandoti i segni, senza sangue, senza dolore, ma al contrario con allegria.
Trovatemi un altro libro del genere!

Anarchic Rain

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