sabato 18 aprile 2015

Personaggi indimenticabili della letteratura

Ho pensato di fare più post con questo argomento, perché in fondo come si fa a riassumere tutta una vita di letture e di personaggi preferiti? Ma poi ho pensato che impegnandomi potrei farcela.
Intanto comincio, poi vediamo strada facendo.
Ho deciso di andare più o meno in ordine cronologico, scegliendo un paio di personaggi per anno, così da fissare dei paletti (orribili ma necessari) e quindi, via.

1986-1987 (anni 4-5): le prime cose che ricordo, ovviamente, sono le favole ed il personaggio che più mi è rimasto in mente è la protagonista di una favola che si chiama I cigni selvatici, in cui una ragazza è costretta da una strega a cucire in silenzio sette mantelli di ortiche per i suoi sette fratelli, tramutati in cigni selvatici dalla strega (al momento non ricordo i particolari, sorry) e, a causa di questo, viene accusata lei stessa di essere una strega. Lei non può difendersi, perché se parlasse l'incantesimo diventerebbe permanente, quindi continua a cucire fin sotto la catasta di legna allestita per bruciarla. La cosa che più mi è piaciuta di lei è la grande forza di volontà, che la sostiene nonostante stia rischiando persino la vita. E anche l'amore che nutre per i suoi fratelli.

1990 (anni 8): Jo March, l'eroina di Piccole donne, un libro-must per tutte le ragazzine pre-adolescenti. Jo è una ragazza forte, dal carattere dolce ma burbero, a cui piace comportarsi da maschiaccio spavaldo, nonostante il suo grande cuore. Credo di essermi lasciata fortemente influenzare da lei e credo che lei abbia addirittura contribuito a farmi diventare quella che sono.

Sì, sono sempre stata molto sensibile ai libri, ahahah.

1991-1993 (anni 9-11): Topolino e Lady Oscar. Non posso tralasciare neppure i cartoni animati in questa lista. Sono stati e sono tuttora troppo importanti per me, fanno parte della mia vita e sono entrati nella fibra più profonda del mio essere. Topolino mi piaceva perché pensava a fondo alle cose, era perspicace e con l'impegno risolveva tutti i problemi (anche se poi, a conti fatti, preferivo Paperino, che sentivo più vicino a me, perché è l'eterno pasticcione).
Su Oscar, poi, potrei aprire una parentesi lunga mille pagine. Potrà sembrare ridicolo, ma il cartone prima e il manga poi mi hanno colpita profondamente. Non è facile trovare un personaggio di carta così profondo e umano, tormentato e onesto, duro come la pietra e caldo come il sole. Be', Oscar è tutto questo e molto di più e in un certo senso ho sempre cercato di somigliarle caratterialmente, anche se non ci sono riuscita molto bene...ma d'altra parte lei è perfetta e irraggiungibile (ok, si, ho finito la mia dichiarazione d'amore).

1994 (anni 12): Dracula di Bram Stoker. Come non rimanere incantati (attoniti, più che altro), dinanzi a questa terribile creatura, che può cambiare forma e che tuttavia è estremamente legata alla sua terra (in senso letterale), dannata per sempre e profondamente triste.
Romeo, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, mi pare. No, non sto parlando del mejo der Colosseo, sciocchini. William Shakespeare sapeva dove andare a colpire quando voleva commuovere gli animi. Cosa c'è di meglio di un amore contrastato e dalla fine tragica? Molto poco, se non niente. Lo so, quelli di voi che fanno finta di essere cinici ribattono "Aveva solo quindici anni, che ne sapeva lui dell'amore, e poi guarda com'è finito!". Somari. A quell'epoca le persone si sposavano sempre a quell'età perché poi morivano a 35 anni in media. Somari due volte. Sempre a quell'epoca i matrimoni erano sempre combinati, quindi immaginate questi due ragazzi (in piena tempesta ormonale, ve lo concedo), in età da matrimonio, che si conoscono, si piacciono e decidono di non lasciare che altri scelgano per loro. Coraggiosi, ecco come li chiamo io. Ammirevoli. Disposti a tutto pur di amare liberamente. Disposti persino a morire. Indimenticabili.

1995 (anni 13): It, la creatura dalle mille forme, inventata da quel genio dello zio King, è l'incubo che mi ha perseguitata più a lungo nella mia vita...ancora oggi soffro di aracnofobia per colpa sua!! It è la summa degli orrori dell'infanzia che riesce a perseguitarti anche una volta cresciuto, è la resina che ti si appiccica tra le dita e non si toglie con niente. Un personaggio memorabile e terrificante.

1996 (anni 14): Anna Karenina; c'è bisogno di presentazioni? Un'eroina tragica, una donna a cui era stato dato praticamente tutto tranne quello che lei davvero avrebbe voluto. E quando se lo prende, non regge di fronte a tanto. Un destino sfortunato, ma una grandissima figura, moderna e fragile. Indimenticabile.
Più o meno dello stesso anno (o forse quello dopo) c'è Emma, protagonista dell'omonimo romanzo della Austen. Al contrario di Anna, Emma è "costruita" per non piacere a nessuno, eppure io l'ho adorata: anche nel suo lieve snobismo, nel suo essere profondamente infantile, mi ha fatto divertire davvero e al tempo stesso mi ha insegnato a non negare mai i propri sentimenti, tanto prima o poi da qualche parte escono fuori!

1997 (anni 15): Julien Soren, il protagonista de Il rosso e il nero di Stendhal, un ragazzo incredibile, uno che puoi tranquillamente classificare come arrampicatore sociale, eppure la mia ammirazione per lui nasce proprio da questo. Non si ferma a quello che il destino sembra riservargli, ma continua ad andare avanti senza guardarsi indietro (il suo unico sbaglio), forte del suo bagaglio culturale, ma inconsapevole che non gli basterà. Tragico. Ma profondamente toccante.
Lo stesso anno o giù di lì, c'è stato un altro personaggio che mi ha aperto mondi nuovi e meravigliosi: Roderick Usher, uno dei fratelli che Poe ha legato indissolubilmente alla loro stessa casa. Da brivido. Per me, pensare al gotico significa pensare a lui in automatico.
Ultimo ma non ultimo (anzi, forse avrei dovuto metterlo subito) c'è Max Demian, enigmatico e sfuggente personaggio del racconto omonimo di Hesse. Demian mi ha insegnato a guardare sempre in faccia le cose perché le risposte a tutte le domande arrivano solo se le situazioni si affrontano a viso aperto.

1998 (anni 16): Lestat de Lioncourt, il secondo vampiro, dopo Dracula, che davvero meriti questo nome. Un personaggio completo sotto tutti i punti di vista: bellissimo (come potrebbe un vampiro moderno non esserlo?), potente, divertente e viziato (un autentico "brat prince" a tutti gli effetti). Un immortale che non poteva scegliere forma migliore per vivere tutta l'eternità. Lo adoro, semplicemente, per la sua ironia, per il suo modo apparentemente leggero di prendere le cose, mentre al contrario mette al primo posto i suoi adorati compagni, Nicki prima, Louis poi. Per non parlare del rapporto ambiguo ma intrigante con sua madre Gabrielle.
Mi pare dello stesso anno sia il mio primo approccio a Baricco, con Castelli di rabbia. Al di là del fatto che amo tutti i personaggi di quel libro, il mio preferito è Penth, il ragazzino che conosciamo intorno agli otto anni e che, per imparare a vivere, scrive su un quaderno una singola verità al giorno. Giusto per mettere ordine nel caos della vita. Si può non amare uno così?
C'è poi Isabel Archer, eroina di Henry James nel suo Ritratto di signora, anche lei sfortunata quanto Anna Karenina, tragica bambola che si è auto-inflitta una condanna a vita in una torre d'avorio. Un personaggio toccante, triste e circondato da un'aura di bellezza.

1999 (anni 17): da qui per i successivi due anni mi sono immersa nelle letture più impegnative (e impegnate) della mia giovane vita, approfondendo i classici russi. Sono così venuta a conoscenza di due personaggi meravigliosi, il primo dei quali per me è il personaggio più riuscito della storia della letteratura mondiale: il principe Andrej, di Guerra e Pace, e Dmitri, de I fratelli Karamazov. Il primo è uno spettacolare e tragico eroe che per attributi fisici e spirituali non ha nessuno che può competere. E' semplicemente perfetto, con tutti i suoi difetti, che lo rendono umano. Credo di aver pianto davvero poche volte su un libro come ho fatto con Guerra e pace ed è tutto "merito" del principe. Dmitri invece è il suo opposto, un antieroe, se vogliamo. Un uomo completamente governato dalle sue passioni, che non si fa alcuno scrupolo pur di raggiungere i suoi obiettivi, che a volte sono persino più turpi dei suoi metodi. Mi ha colpito però la sua audacia, il suo essere libero da ogni convenzione e ho sempre pensato che non farebbe male a nessuno di noi fare ogni tanto qualcosa di sbagliato (non di irrimediabile). E' una questione di equilibrio.
Sempre più o meno in questo periodo, è nato il mio amore viscerale per un personaggio storico (lo so, è reale, non letterario, ma ne voglio parlare lo stesso), protagonista di molti romanzi e biografie (che sto tentando di recuperare in toto, ma ammazza se è difficile): Alessandro Magno. Il re che non voleva fermarsi mai, che non guardava mai indietro e che è morto cercando di raggiungere il suo sogno. Un personaggio ancora più indimenticabile se pensate che è realmente esistito. Un uomo che non aveva paura di niente, o almeno che nonostante le sue paure non si è mai fermato.

2000 (anni 18): Esmeralda, personaggio di Notre Dame de Paris, capolavoro (per me, dite quello che vi pare, supera I miserabili) di Hugo. La cosa che mi viene spontaneo dire quando penso a lei è "Che donna!"...una persona candida come la neve, come poche ce ne sono o forse unica, dotata di un cuore enorme, di curiosità e di libertà. Tutte cose che a poco a poco il destino avverso le strapperà una ad una, tranne forse il cuore. Chissà perché mi innamoro sempre di personaggi tragici...
Dello stesso periodo o poco meno, c'è Winston Smith, protagonista di 1984, il romanzo che mi ha sconvolto la vita insieme a Il signore delle mosche. Winston Smith mi ha insegnato (lo sapevo già, ma lui ha come sancito la consapevolezza) che, nonostante uno sia portato a credere che il bene trionfi sempre alla fine, la realtà può essere ben più dura e triste. E crudele. Una cosa che non ho più dimenticato.

2001 (anni 19): Shigekuni Honda, protagonista della tetralogia di Mishima, un ragazzo che per tutta la vita in apparenza ha fatto tutto quello che la sua famiglia e il suo senso dell'onore gli consentivano, ma che in fondo all'anima ha vissuto passioni profonde, le più vere di tutte: un personaggio che mi ha insegnato che anche le cose non vissute hanno il loro valore, talora maggiore delle cose "ufficiali".

2002-2010 (anni 20-28): non ho letto tantissimo per motivi soprattutto di studio, ma sicuramente di questo periodo è il mio approccio a Murakami (di cui ora ho letto tutto) e soprattutto con il protagonista di La fine del mondo e il paese delle meraviglie, che non ha nome, in nessuno dei due mondi. Un personaggio che travalica i confini del reale pur restando umano (e tormentato) nel profondo.

2011 (anni 29): la figura di Lucifero nel Paradiso perduto di Milton mi ha letteralmente steso. Un personaggio mirabilmente costruito, oscuro, crudele, maltrattato eppure orgoglioso (quale grave peccato!) e caparbio. Mai arreso, mai sconfitto realmente. Struggente.

2012 (anni 30): Briony (non ricordo il cognome) voce narrante di Espiazione, il primo romanzo di McEwan che abbia mai letto e quello che più a fondo mi ha graffiato. Un personaggio che davvero da nessun punto di vista si può amare, ma forse, alla fine del libro, con un po' di fatica, si può iniziare a perdonare. Nella vita si fanno cazzate di ogni genere. E poi si pagano.

2013 (anni 31): George, il protagonista di A single man, un uomo stroncato moralmente dall'aver perso la persona più importante del mondo, mi ha insegnato che la vita è più forte di qualsiasi dolore, anche se sa essere profondamente stronza.

2014 (anni 32): sono arrivata alla veneranda età di 32 anni per scoprire che il fantasy in realtà mi piace. Non solo. Il protagonista che mi ha tramortita più di tutti quelli elencati finora (ebbene, si, devo ammetterlo, persino più del principe Andrej) è Roland Deschain di Gilead (serie La torre nera di King). Che dire. Stavolta King non si è solo superato, ha fatto in modo di non poter mai più essere raggiunto. Roland è IL personaggio, quello più umano, più triste, più dolce, più testardo, più  tutto che sia mai stato inventato. Il suo credo me lo sono tatuato addosso e credo che nessun altro potrà mai provocarmi tutte le sensazioni che mi ha provocato lui. E non ringrazierò mai abbastanza lo Zio per averlo permesso.

Sono arrivata alla fine della mia carrellata sommaria e mi sono accorta che non c'è nemmeno un italiano in lista!! Non sono decisamente una campanilista...eppure ci sono personaggi della letteratura italiana che mi hanno segnata/ispirata: Andrea, protagonista de Il piacere di D'Annunzio, molti personaggi di Calvino, Maria la timida protagonista di Storia di una capinera.
Ho lasciato indietro, volontariamente e involontariamente, molti altri personaggi, ma così è la vita.

Ovviamente ora voglio sapere i vostri!

Anarchic Rain

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