mercoledì 31 agosto 2016

Jim Morrison. Vita, morte e leggenda di Stephen Davis

È il lato oscuro. Più civilizzati diventiamo in superficie, più le altre forze trovano pretesti.  [...] La gente sente che sta morendo in un brutto ambiente  [...] Cantiamo, balliamo, intoniamo le nostre cantilene, facciamo musica per curare questa malattia, per riportare armonia nel mondo.



È la prima volta che leggo una biografia del Re Lucertola. Non avevo idea di quello che sarebbe successo.
Durante la lettura di quelle pagine, che raccontano una vita molto più affascinante di una qualsiasi storia inventata, mi sono ritrovata catapultata agli anni del liceo, quando in un  momento di ribellione (più interiore che dichiarata, in realtà) comprai il mio primo cd dei Doors, il loro primo album.
Avevo sentito parlare di loro, naturalmente, del loro carismatico leader, Jim Morrison, le sue frasi doverosamente già scritte sui miei diari di scuola, come assiomi inconfutabili di un guru evanescente.
L'amore che provai per quelle canzoni è stato immediato, come solo un'adolescente può fare. Anche se non mi descrivevano e non rispecchiavano la mia vita esteriore (ero una ragazzina timida, che non parlava molto, col naso sempre nei libri), le sentivo dentro, mi rimbombavano nella mente e anche nelle vene, per quanto le ascoltassi non me ne riuscivo a stancare.

Ho comprato questo libro anni fa, decidendomi a leggerlo solo ora.
Ho provato lo stesso colpo al cuore che provavo allora.

Questa biografia fa il suo porco lavoro. Fa quello che ogni biografia dovrebbe fare. Fa venire voglia non solo di andare di corsa a comprare tutti gli album dei Doors, ma anche di costruire una macchina del tempo e andare da Jim Morrison per farci quattro chiacchiere.  Sono sicura che l'autore sia un grande fan di Jim, perché questo libro è ispirato e appassionato.
Forse non è completamente obiettivo nei confronti di quel ragazzo che non era solo uno scapestrato. Ma riassume in quasi seicento pagine non solo una vita, ma un'epoca intera.
Il "mito" americano del "sex, drugs and rock and roll" è spiegato in questo libro nei minimi dettagli. Non veniamo solo a sapere di Jim, Pamela, Ray, John, Robbie, Jac, Babe e tutti quelli dell'entourage di Jim, delle sue amichette, delle groupies, delle sue conquiste (Nico per esempio) e della sua presunta omosessualità. Ci addentriamo nel mondo dello show-business di quell'epoca sconclusionata, un mondo fatto perlopiù di gente fumata o bevuta o peggio, che non cercava di "proteggere" in qualche modo i suoi artisti, anzi, quasi li incoraggiava a "viaggiare" pensando di poterli sfruttare di più. Non che Jim Morrison si sarebbe fatto fermare da uno qualsiasi di loro, il ritratto che ne esce è quello di un ragazzo estremamente intelligente e cocciuto, ma sicuramente le cose avrebbero potuto essere diverse.
Una figura quasi totalmente negativa (che non mi aspettavo) è quella di Pamela Courson, la leggendaria fidanzata di Jim, che probabilmente fu responsabile (o almeno complice) della distruzione di una delle più grandi rockstar di tutti i tempi. Ma Jim la amava davvero, almeno da quello che risulta da queste pagine...la amava di un amore tenero e violento, che alternava fasi di tranquillità a fasi isteriche. Un amore consumante, a dir poco. Forse da adolescente lo avrei apprezzato. Oggi no.

A parte l'immensa cultura di Jim e la sua energia e le sue inquietudini, una cosa che mi ha fatto sorridere è che il suo poeta preferito è anche il mio. Arthur Rimbaud. Quando avevo 16 anni, ho passato giorni interi a cercare di capire il suo "ragionato disordine di tutti i sensi". Jim non solo l'ha capito: l'ha messo in pratica come io non avrei potuto fare mai. Anche solo per questo potrei venerarlo.

Anarchic Rain

PS: c'erano i bagarini anche nel 1968 -.-

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