giovedì 17 agosto 2017

Un classico che non ha superato la prova del tempo

TITOLO: Rebecca
AUTORE: Daphne Du Maurier
EDIZIONE: Il saggiatore
PAGINE: 383
VERSIONE LETTA: kindle 
VALUTAZIONE IN DECIMI: 5-

Ecco, lo sapevo io. Mi tremano un po' le dita a parlare di questo romanzo.
Come faccio a esprimere la mia onesta opinione quando la maggioranza la pensa diversamente da me?
Ma poi ognuno deve pensarla come vuole e avere il diritto di dire quello che pensa (con le dovute motivazioni, senza straparlare per il gusto di farlo), e quindi eccomi qui.



Per me questo romanzo, in una scala da uno a dieci, sta sul 5 meno.

Perché? Ora ve lo racconto.

Partiamo dalla cosa che mi è piaciuta di più, anzi, dall'unica cosa che mi è piaciuta, che poi è il motivo per cui è riuscito ad arrivare a quel quasi cinque: lo stile. La Du Maurier sa come scrivere, accidenti. Il romanzo da quel punto di vista è perfetto, il ritmo è perfetto, un'opera d'arte. Le descrizioni: sembra di stare a Manderley, di camminare per i giardini, di vedere il rosso quasi soffocante di quei rododendri, di respirare la salsedine che soffia dal mare a ponente. Pare quasi di potersi perdere nei boschi dei dintorni, salvo poi trovare i sentieri battuti e arrivare alla piccola baia, dove da lontano si vede quella casetta di legno, così pittoresca, così apparentemente innocua. Sono rimasta a bocca aperta leggendo questi passi, e devo ammettere che se non ci fossero stati forse avrei abbandonato il libro.

E ora le note dolenti: se non volete spoiler, fermatevi qua, per favore.
La protagonista: ma si può?! Una lagna dall'inizio alla fine, santo cielo! E non sono all'altezza, e lui ama solo Rebecca, e la governante mi odia, e non so come comportarmi, e povera me sono un'idiota (Sì, per la cronaca), e tutti ridono di me (se non lo fanno, dovrebbero), e Maxim tra poco mi odierà (io sono stupita che ti abbia sposata, guarda). E via dicendo, per quasi quattrocento pagine. No, dico, quattrocento, pronto?!
Io l'avrei affogata nella baia al secondo giorno di inettitudine, per la miseria.
A Monte Carlo ammetto che ancora ancora poteva sembrare una personcina timida e carina, da crescere bene, ecco. Ma poi no, insomma, si capisce subito che è una povera decerebrata coi complessi di inferiorità.

Ah, ma poi c'è il colpo di scena! Ed arriviamo alla peggiore svolta narrativa di cui ho mai letto (sto esagerando? Ditemi voi...): la decerebrata viene a sapere che il maritino superperfetto ha ucciso a rivoltellate la prima moglie (Rebecca) e cosa fa, secondo voi? Fugge terrorizzata? Chiama la polizia? No, ma scherziamo? Altrimenti a Manderley ci rimane da sola!! Ma pure voi, che pensieri osceni, eh. No, lo giustifica perché Rebecca era una poco di buono che se la spassava col primo che capitava.
Ora, sono d'accordo che una donna di facili costumi non debba avere un marito che si occupi di lei con amore e la ricopra di soldi e cose del genere (a meno che il suddetto marito non sia d'accordo e complice della moglie, quelli sono affari loro), ma che debba essere uccisa per quello? Andiamo, ma che ci stiamo raccontando?
Il maritino come si giustifica? E' dispiaciuto per l'azione commessa? Per il delitto a bruciapelo (non premeditato, questo glielo concedo, diciamo che è stato più un impulso)? Macché, non siate sciocchi! Non solo non se ne dispiace e non paga per questo (il finale è proprio ad arte, eh, poi ne parliamo), ma secondo lui ha agito al meglio, nell'interesse di Manderley, una casa così bella e così apparentemente immacolata che non poteva mica essere insozzata da quella donnaccia o (diocenescampieliberi) da un divorzio!! Non sia mai, meglio un delitto!
Per addolcire la pillola, per sollevare in parte le colpe, che cosa ti escogita poi la cara Daphne? Rebecca era malata terminale di cancro.

Ora. IO MI RIBELLO. Ma porca la miseria, ma davvero fate? E questo sarebbe un classico del gotico?? Manco alla mente malata e alcolizzata di Poe sarebbe venuta in mente una cosa del genere: lasciar impunito un crimine del genere CON UNA MOTIVAZIONE DEL GENERE? Ma stiamo scherzando?
I matti, proprio.

E veniamo a noi: a chi è piaciuto sto libro? E' un classico, è famoso, è straletto. Hitch ci ha pure fatto un film (che ho visto, ma purtroppo non ricordo, saranno passati più di vent'anni)!
Vorrei sentire le opinioni degli estimatori. Magari sono io che non ho capito niente. Con un classico non si può mai dire.

Comunque non mi sento di consigliarlo a nessuno. E mi fa rabbia perché, al contrario di altri "cosi" che sapevo già sarebbero stati tremendi, da questo  mi aspettavo tanto. Tantissimo. E quando le mie aspettative di lettrice sono così deluse quando sono al loro apice, mi sento davvero abbattuta.

Vado a leccarmi le ferite.
E a cercare un bel libro da leggere per dimenticare.

Anarchic Rain

1 commento:

  1. Sono completamente d'accordo. Non so nemmeno se lo finirò, mi sto annoiando a morte con i tremori e i languori della ragazza. l'e-reader dice che sono al 25%, non so se reggerò per il 75% rimanente

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