domenica 18 marzo 2018

L'amore è universale, l'amore è anarchia, l'amore non conosce limiti

TITOLO: Chiamami col tuo nome
AUTORE: Andre Aciman
EDIZIONE: Guanda
PAGINE: 271
VERSIONE LETTA: cartaceo e kindle 
VALUTAZIONE IN DECIMI: 10-

Non siamo stati composti per un solo strumento; né tu, né io.

Purtroppo mi sono incuriosita del libro solo dopo aver visto il trailer del film.
Per fortuna l'ho letto senza averlo visto (non ho trovato l'ebook in lingua originale e l'ho letto in italiano....uff).
E' stata un'esperienza bellissima.

Da anni ormai io e lo yaoi andiamo a braccetto. Cos'è lo yaoi? Semplicemente una storia d'amore che vede coinvolti due maschi. Derivo il termine dai manga giapponesi a tema, che adoro tanto leggere (valla capire la psiche di una trentacinquenne, quasi trentaseienne) e lo applico ogni volta si parla di "boys love". Perché? Perché sono una yaoista convinta, vedo yaoi ovunque, creo ship come se fossero necessarie per vivere (se non ci credete, leggete la mia chiacchierata su Sherlock Holmes, e se siete fan di Buffy the Vampire Slayer pensate al crossname Spiles).

Quindi quando ho saputo che c'era questo libro che parlava del primo amore di un ragazzo di diciassette anni verso un uomo di ventiquattro, non è che mi ci sono fiondata sopra. Di più. E infatti l'ho letto in un giorno (blocco del lettore? CIAONE!), complice anche un viaggio in treno di tre ore: non sono proprio riuscita a staccarmi dalle pagine.



Come quando ogni cosa va al posto giusto e d'improvviso ti rendi conto che per diciassette anni non hai fatto altro che trafficare con la combinazione sbagliata.

Vediamo un po' cosa mi è piaciuto.

I protagonisti: sia Elio che Oliver sono fantastici. Sono reali, si comportano in un modo in cui tutti (a prescindere dal sesso) si possono riconoscere. Il primo amore quando arriva ci sconvolge, ma ci dimentichiamo che tutti ne hanno avuto uno e tutti si sono comportati allo stesso modo.
Elio prova ad essere più grande della sua età, ma solo a volte, perché in realtà è davvero più maturo di ogni altro diciassettenne che conosce. Semplicemente è cresciuto in un modo diverso, in una casa diversa (per una volta in senso positivo), e questo gli permette di vivere il suo amore per Oliver senza drammi (al di là di quelli relativi appunto al primo amore, ma quello non c'entra).
Oliver in tutto questo sgama subito Elio (vorrei vedere, ha sette anni di più e molta più esperienza) e all'inizio cerca di allontanarlo per fare la persona matura, poi invece cede all'amore. E quando finalmente smettono di fare i ragazzini che giocano a fare gli adulti e si lasciano andare entrambi, è davvero bellissimo e la magia quasi palpabile.
La scrittura di questo autore mi è piaciuta molto, anche se può sembrare priva di originalità o persino un po' banale, all'inizio. Invece è immediata e vola via veloce, anche quando dice cose importanti, quasi si vergognasse, quasi volesse dirle ma anche nasconderle, come quando tace e ci fa intuire cose che accadono senza dirle davvero.

Invece, senza ombra di dubbio, il personaggio secondario migliore di tutto il libro è il padre di Elio, il professore che accoglie Oliver nella sua casa. Una persona squisita, il padre che tutti (omosessuali e non) vorrebbero avere, di rara sensibilità, dolcezza e intelligenza. Mi ha conquistata in un attimo.

Sei troppo sveglio per non capire che tra voi c'è stato qualcosa di speciale.

La storia in sé è bellissima: il primo amore, il passaggio da ragazzo a uomo, il dolore della perdita e la gioia del ricordo.
Il primo amore porta confusione, all'inizio, poi dubbi, poi scoraggiamento, poi felicità. Ti fa maturare, ti delinea anche, un po', ti indica la strada per diventare l'uomo che sarai. Poi sembra ucciderti perché quando finisce (e ogni primo amore che si rispetti finisce) niente sembra avere più senso. E invece poi il senso riappare, quando capisci che non è tutto lì e che quello che hai vissuto sarà per sempre unico nel tuo cuore e ne sarai per sempre influenzato. Rimarrà solo un ricordo dolce in fondo ai tuoi pensieri, come un profumo che ti ricorda una cosa bella che non tornerà più senza la parte malinconica della faccenda.

Quando saremo vecchi, parleremo ancora di questi giovani come se fossero due sconosciuti che abbiamo incontrato sul treno, che ammiriamo e vorremmo aiutare. E ci verrà da chiamarla invidia, perché chiamarlo rimpianto ci spezzerebbe il cuore.

Elio e Oliver si rivedono ogni tanto, per anni, dopo quella prima meravigliosa estate. Ma tutto è cambiato ovviamente.
E dopo vent'anni, quando entrambi hanno il coraggio di ammettere che si amano (anche se non staranno mai più insieme) c'è uno dei finali più belli che abbia mai letto (grazie per le lacrime, André, no, davvero, eh):

"Sono come te" ha detto. "Mi ricordo tutto".
Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome.

Anarchic Rain

Nessun commento:

Posta un commento